Una soluzione: cappotto in silicato di calcio - Fabrizio Chiogna

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Una soluzione: cappotto in silicato di calcio

Approfondimenti > Patologie edilize: muffa

Una possibile soluzione al problema è la realizzazione di un cappotto interno in silicato di calcio.
Commercialmente con la dizione "silicato di calcio" vengono proposti e venduti prodotti di diverse caratteristiche. La mia prima ricerca nei magazzini edili della mia zona ha messo in luce questa confusione. Gli interpellati volevano vendere questo materiale:



che in realtà è un pannello in idrato di silicato di calcio, materiale più vicino ad un calcestruzzo alleggerito. E' proposto da Roefix con il nome di Minopor, da Tassullo nel sistema a cappotto T-White, e da altri. Contiene cemento nonchè resine idrofobizzanti, caratteristica che conferisce al materiale idrorepellenza (all'acqua) e traspirabilità (al vapore d'acqua).
A parte l'aspetto, le caratteristiche del prodotto sono:

R=0,045 W/mK, resistenza alla diffusione del vapore = 3
L'uso più indicato è per cappotti esterni.

Il silicato di calcio ha un aspetto diverso, più omogeneo



è privo di cemento e costituito da calce, sabbia di quarzo e cellulosa (per la stabilizzazione). Le caratteristiche principali sono:

R=0,06 W/mK, resistenza alla diffusione del vapore = 6

Il pannello in silicato di calcio è di ridotte dimensioni (50x33 cm con spessori comuni da 1,5 a 4 cm), facilmente lavorabile, sagomabile con una semplice sega. Il materiale ha un ph alcalino, circa 10,5 (naturale effetto antimuffa); ha alte capacità igroregolatrici; buone caratteristiche coibenti.

La caratteristica più evidente, che la differenzia dal pannello in idrato di siliocato di calce,  è la capacità di assorbire grandi quantità di acqua e di rilasciarla in breve tempo.

In questa prova un pezzetto  di un pannello è stato immerso completamente in acqua: ha assorbito una quantità di acqua superiore a tre volte il proprio peso, e riesposto all'aria è ritornato al peso originale in due giorni.
La caratteristica è fondamentale in quanto garantisce l'assorbimento e lo smaltimento corretto di eventuale condensa interstiziale, il maggior pericolo nella realizzazione di cappotti interni.

L'applicazione è abbastanza semplice e relativamente pulita (attenzione alla polvere generata dal taglio). In questa applicazione ho utilizzato un pannello di 4 centimetri di spessore.

Preventivamente la parete è stata preparata rimuovendo la finestra (che è stata ricollocata su una cassamatta in legno di 5 centimetri di spessore interna alla stanza) e la tinteggiatura (per favorire l'adesione).

La posa
Successivamente è stata applicata la rasatura con spatola dentata e quindi i pannelli. L'incollaggio non deve essere fatto con malte da cappotto o, peggio, con gli adesivi utilizzati per la posa di marmi e/o piastrelle! In caso di formazione di condensa tra isolante e vecchia muratura, l'acqua deve essere veicolata sul pannello affinche venga da questo smaltita: la "colla" non può essere un materiale che non ostacola o impedisce questo passaggio.




Sul pannello ho applicato, a pennello, un primer (ProCrea fondo ai silicati). La lavorabilità di questo prodotto non è semplice: l'applicazione a rullo, come consigliaato, mi è risultata praticamente impossibile. Nelle ultime formulazioni di collante-rasante il primer non è più, per fortuna, necessario.
La rasatura armata è fatta dopo la maturazione dell'incollaggio (per non sbagliare il giorno dopo)

La finitura della superficie risulta leggermente grossolana anche se fratazzata a spugna, più "ruvida" rispetto alla superficie intonacata e rifinita a grassello. In questa applicazione ho preferito uniformare la parete trattara alle altre con una successiva applicazione di grassello di calce. Perfetta anche la rifinitura con ProCrea intonachino di argilla, dall'ottima lavorabilità (come la stuccatura in gesso su una parete in cartongesso) e dalle ottime proprietà.
La tinteggiatura finale è molto importante: meglio utilizzare una pittura a calce.

 
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